INTERVISTA ESCLUSIVA…

Written by Alessia la Boss. Posted in Gruppo, Ricette

Oggi vi proponiamo una intervista esclusiva… ad una vip!

Quale vip direte?

La più famosa pizza del gruppo!

La MANOLA!!!!

Cioè non intervisterò mica la pizza, eh! Ma la sua simpatica creatrice.

pizza manola

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Innanzitutto, dicci qualcosa di te, come ti chiami, dove vivi e soprattutto… in quanti siete in famiglia per fare quella dose di pizza? 

Ciao sono Manola, ho 44 anni e vivo sul mare in una ridente cittadina della Versilia chiamata Lido di Camaiore. Quando dico che vivo sul mare è proprio SUL MARE, dato che attraverso la strada ed esso è lì, a 2 passi.
Ho 3 figli, un marito, 2 gatti e 1 coniglietto nano, ma soli i primi 2 nella lista sono grandi mangiatori di pizza… anzi no, pure il coniglietto se gliene dai si mangia con gusto pezzi di crosta!!!

Quando e come è nata la pizza Manola? 

Alcuni anni fa, presa dall’entusiasmo e dal delirio da impastamento selvaggio che è tipico dei pastamadristi alle prime armi, ho iniziato a provare ricette di tutti i generi, soprattutto di pizze. Esse bene o male riuscivano, ma nonostante il sapore venisse buono, non riuscivano ad entusiasmare i miei mangiapizza da competizione, cioè i miei familiari, i quali erano quasi tutti concordi nel dire che erano troppo panose.
Ok, accetto la critica e mi fermo a ragionare arrivando a chiedermi se potessi io provare un mio personale impasto… Ovvio che sì!!!
Facile a dirsi, e il risultato? Impasto bello, ma pizza gommosa. Perché???????
Poi partecipo ad un corso su pane e pizza col maestro Ugo Nalesso, docente della scuola italiana pizzaioli e… taaaaac! Mi si apre un mondo!!! (Tra parentesi penso che con me si sia aperto un mondo anche al maestro, visto che quel giorno sono entrata in laboratorio esordendo con “Buonasera a tutti spagnoli e non!!!”, frase tratta da un famosissimo film, che ovviamente non avrei pronunciato se mi fossi accorta che il maestro era già in sala.)
Grazie a Nalesso capisco finalmente la differenza del W della farina e capisco come gestire gli impasti in base alla forza (yuppiiii), ma soprattutto apprendo come si cuoce una pizza nel forno, prima nella parte bassa col solo pomodoro, poi pochi minuti al ripiano alto con la mozzarella e il resto.
Torno a casa e mia cognata mi regala il suo fornetto Ferrari perché tanto non lo usa (fortunella io!).  Ora mancano giusto le prove da fare!
La prima prova…un fallimento! L’impasto era troppo idratato, mi si rompe quando cerco di metterlo nel fornetto e mi si affumica la cucina. Poi, nei tentativi successivi, mixo la farina per pizza con una piccola percentuale di semola di grano duro rimacinata e arrivo anche a trovare la percentuale di acqua più giusta per rendere l’impasto morbido ma gestibile… Ci vuole un travaglio di circa tre mesi, ma poi ecco che viene alla luce, ed è lei!! La pizza Manola!!
La pubblico sul Gruppo La pasta madre senza nemmeno rulli di tamburi e fuochi d’artificio nonostante mi fossi davvero rotta di mangiare tentativi di pizza così così e di questa fossi davvero soddisfatta, ed ecco che essa viene captata dalla nostra Boss che la sperimenta all’istante e con la sua maestria nel fotografare, catalogare, spiegare (tremenda invidia la mia!) riesce a dare risalto ad una pizza che davvero avevo creato solo per la mia famiglia.

Ti aspettavi questo successo?

Macché, mica credevo diventasse tanto famosa!!!
Ed ancora oggi mi chiedo: ma davvero riesce bene anche a voi????
Capperi! Che soddisfazione!!

Sicura che nella tua ricetta la Manitoba proprio non serva? Viene bene anche con una settimana di frigo???

Per la mia pizza va usata una farina di media forza (w 240/250) oppure anche farine più deboli o multicereali se la si vuole fare in giornata. Perché la si può fare anche in giornata eh? E la Manitoba è proprio la farina che NON consiglio, perché l’impasto deve avere una certa elasticità ma senza eccessi e poi io mi sono sempre domandata…ma vi danno dei premi a voi che tenete l’impasto in frigo più degli altri? A me se vien voglia di pizza la devo mangiare la sera stessa o al massimo la sera dopo, n’est-pas???

Qual è secondo te il modo migliore per condire la tua pizza?

La mia versione preferita è con verdure grigliate, trito di aglio e prezzemolo e condita con un filo d’olio evo.

Vuoi svelare qualche piccolo segreto che hai affinato nel tempo per migliorarla?

Io di solito faccio autolisi con tutta la farina e 600 ml di acqua e lascio riposare per una ventina di minuti coperta con pellicola. L’autolisi migliora l’assorbimento dell’acqua restante e rende l’impasto più elastico.

Nel gruppo molti usano questo impasto con estrema fantasia… Essa è diventata pane, focaccia, pizzette, tigelle… Ti immaginavi questa versatilità? E cosa non vorresti si facesse con la tua ricetta?

Beh, io stessa lo uso come focaccia, pane e pizza in teglia, però se voi volete farci pure gli impacchi di bellezza fate pure, io non mi offendo!!

Hai un blog?

No. Non ho un blog. Non ho intenzione di aprire un blog. Non ho bisogno di aprire un blog. Ce ne sono veramente tanti in rete, alcuni con delle ricette interessanti da cui prendo spunto volentieri, altri che hanno giusto una ricetta valida, peraltro scopiazzata da altri blogger, e per il resto ti dicono come fare l’uovo sodo, il sugo di pomodoro e lo spaghetto in bianco. Ecco, io non vorrei finire a fare come questi ultimi!! Quello che cucino io lo cucinate anche voi e che ve lo dico a fare allora??? Anche avere un blog con le ricette degli altri è triste, non vi pare????
Il mio al limite, se proprio dovessi averne uno, sarebbe monotematico “Le 50 sfumature di pizza Manola” con le varianti pane/panini/pizza/focaccia/tigelle/danubio/girelle/torta di rose salata, un blog dove al massimo potrei imbandire il concorso “Trova anche tu la sfumatura di Manola” con ricchi premi e cotillons… Ovviamente scherzo!

Hai in mente o stai mettendo a punto altre ricette trascinapopolo?

Al momento non ho intenzione di creare una ricetta nuova, primo perché non ne ho il tempo visto che ho avuto il terzo cucciolo da appena un anno e secondo… vedo di quelle cose buone e bellissime sul gruppo, più di quelle cosa dovrei inventarmi???

Lo sai che c’è chi crede che la ‘Manola’ sia un marchio (tipo Kamut ®)?  Stai pensando di chiedere i diritti d’autore?

Ma se registro il copyright della pizza Manola poi ho bisogno di body guard? Mi fanno conoscere Raul Bova? No perché se è così, ci vado subito a registrarla!!

Io la faccio spessissimo e credo più di te… Posso iniziare a chiamarla con il mio nome? Mi basterebbe anche una piccola aggiunta, che ne so Pizza Boss Manola

Anche io faccio spesso il panettone Massari, vedi tu… ahahahahah, ma a parte gli scherzi devo ringraziarti di cuore perché sei colei che ha reso giustizia e onore alla mia pizza… averti come testimonial è stato un po’ come chiamare la Vezzali per inaugurare una coltelleria!!!

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Ringraziando la nostra Manola per la sua disponibilità e simpatia  vi lascio la ricetta della sua famosa pizza, che ovviamente potete trovare anche all’interno del nostro Lievitario (anzi è SOLO )

  • 180 g licoli (o 270 g pm solida, in questo caso togliere 50 g di farina)
  • 1 kg farina per pizza (forza media)
  • 100 g semola rimacinata di grano duro
  • 700 g acqua
  • 2 cucchiaini di malto
  • 3 cucchiaini di sale

Dopo la fase di impasto far riposare in ciotola coperta da pellicola per circa  30 minuti, ribaltare poi sul piano ed effettuare un giro di pieghe. Lasciare coperta a campana (impasto sul piano con ciotola rovesciata sopra) per un’ora, fare un secondo giro di pieghe e ancora riposo con copertura a campana per un’ora. Dopo il terzo giro di pieghe si ripone l’impasto in ciotola coperta con pellicola per 2 ore. Trascorso quel tempo si mette in frigo per 18/20 ore (ma va benissimo anche riposo in frigo minore per chi impasta verso sera). L’indomani (sull’ora di pranzo) si tira fuori l’impasto, lo si lascia ambientare un’oretta e mezzo, poi lo si sgonfia e divide arrotondando i panetti con il metodo della pirlatura (in rete ci sono parecchi video). Si lasciano lievitare i panetti sulle 4 ore, li si stende con le mani (NON usare il mattarello) li si condisce e infine li si inforna come pizza al piatto nel fornetto Ferrari o su pietra refrattaria.

Questo impasto viene anche ottimo in teglia. In questo caso effettuare le pezzature (per una pizza di altezza media si consiglia di dividere l’impasto in tre panetti da cuocere in teglie della dimensione della leccarda del forno), fare una prima lievitazione dei panetti, stenderli poi in teglia (teglia spennellata di olio o spolverata di semola a seconda che ci piaccia più o meno croccante – non usare carta da forno!) per un paio di ore. Infornare alla massima potenza nella parte bassa del forno la base con solo pomodoro e lasciar cuocere una decina di minuti o comunque fino a che non si forma una bella crosticina sotto, poi aggiungere la mozzarella (e gli eventuali altri ingredienti della farcitura) e terminare la cottura più in alto per sciogliere il formaggio e dorarla in superficie.

Per chi volesse realizzarla in giornata basta impastare di primo mattino, fare i giri di pieghe previsti e procedere con le pezzature nel primo pomeriggio senza fare alcuna pausa frigo.

 

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Commenti (2)

  • Kiara Boni

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    pizza Manola tutta la vita…. la mia prima pizza, non la scordero’ mai .

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  • Romina

    |

    Ciao Manola, siamo “vicine” di casa e non lo sapevo io abito a 40 min da te a luglio vengo due sett a Lido voglio provarla è da poco che uso la pasta madre

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