Panificando a tutto GAS… ovvero la forza della condivisione

Written by Alessia la Boss. Posted in eventi, spaccio

Non tengo corsi perché quelli li lascio ai maestri e io non sono nessuno, però amo mettermi in gioco, trasmettere l’entusiasmo per quello che mi appassiona e aiutare gli altri a realizzare le tre/quattro cose che oramai mi riescono bene; così, quando le ragazze del Gas Garfagnana mi hanno chiesto di organizzare in primavera una giornata di panificazione con lievito madre, ho detto subito sì, purché fosse chiaro che si sarebbe trattato di un incontro tra pari, cioè di uno scambio di esperienze in cui ognuno avrebbe messo del suo.

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Ho giocato in casa e stabilito come location Cascio, il mio paesino di origine in provincia di Lucca, dove l’attivissima Associazione Sportiva ricreativa Locale offre una struttura meravigliosa con una cucina moderna e attrezzatissima, forni per tutti i gusti e ampi spazi immersi nel verde fruibili anche in caso di pioggia.

Cascio non può che affascinare e rimanere impresso non soltanto per la meravigliosa posizione panoramica sulla Media Valle del Serchio e Bassa Garfagnana, ma anche per essere un borgo che, già molto carino di suo, è tenuto con ogni cura da volenterosi paesani che fanno anche a gara per abbellirlo con decori sempre originalissimi.

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Ho poi scelto un compagno di avventura che fosse abituato ad usare il forno a legna visto che io non avrei assolutamente saputo organizzare le cotture lì dentro, e Claudio è stato una sicurezza in tal senso, persona molto pratica, volenterosa e… più malato di pasta madre di me!

E’ stato facile dire di sì un paio di mesi prima dell’evento, ma ammetto che nei giorni precedenti, quando avevamo una trentina di persone che si erano iscritte per partecipare attivamente alla giornata e un’ottantina segnate per il pranzo (i familiari dei partecipanti), sono entrata in modalità angoscia, visto che ho temuto di essermi imbarcata in una impresa più grande di me:

Che impasti facciamo? Come li rendiamo compatibili con le ore che abbiamo a disposizione senza cedere al lievito di birra? Come li incastriamo per non avere tempi morti e neppure arrivare a sovrapporli? Come possiamo accontentare persone estremamente eterogenee sia per capacità che per attitudini? E i bambini? Come li teniamo impegnati? Qualcosa dovremo far fare pure a loro!

Claudio mi rassicura dicendo che devo solo fare la Boss e pensare a mettere giù al più presto la scaletta del programma, che poi penserà lui ad aiutarmi ad eseguirlo a livello pratico… anche le ragazze del Gas mi sostengono e fanno coraggio dicendo che mi conoscono e sanno che sotto la mia guida si svolgerà tutto al meglio… ma io davvero non sono molto certa di questo, complice anche un periodo difficile in cui gli impasti sono stati l’ultimo dei miei pensieri.

Il punto su cui devo focalizzarmi è quello di riuscire ad avere al mattino una serie di impasti con lievitazione ben avviata che possano essere cotti nell’arco di alcune ore, impasti che dovranno essere realizzati di nuovo assieme ai partecipanti, in modo che essi possano seguire, un po’ come accade nei programmi di cucina alla televisione, sia il prima che il dopo in step che non seguono tempi necessariamente reali.

Così, la sera precedente, io impasto brioche e stecche senza impasto e Claudio dosi massicce di pane e pizza (ma lui ha una impastatrice ben più capiente della mia).

Nell’arco della giornata tireremo avanti questi impasti, li ripeteremo assieme ai partecipanti e li affiancheremo ad altri con una realizzazione più rapida.

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Usciamo da una settimana in cui pare essere scoppiata l’estate e siamo piuttosto tranquilli per le temperature, ma quando ci ritroviamo al luogo dell’incontro al mattino… sorpresa! Tempo incerto, vento battente e gran frescolino!!!! Brrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr

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Abbiamo a disposizione uno spazio al coperto che è però aperto su tutti i lati e i partecipanti rimangono coi loro bei piumini indosso a parte me, che avendo adrenalina a mille, il freddo proprio non lo sento.
Le condizioni meteorologiche ci pongono il problema delle temperature degli impasti (sembrano appena tolti dal frigo nonostante li abbiamo tirati fuori di primo mattino) e per ovviare a questo ed essere certi di rispettare i tempi previsti, accendiamo la stufa di una saletta del piano superiore che trasformiamo in cella di lievitazione.

Il freddo sorprende anche un gruppo di escursionisti che passano di lì e ci chiedono di poter utilizzare i tavoli e le panche destinati al nostro pranzo per rifocillarsi e ripararsi dal vento; glieli concediamo visto che comunque a noi serviranno soltanto più tardi; alcuni di loro si mostrano interessati a quello che stiamo facendo e qualche spaccio di lievito riparte in passeggiata assieme a loro.

La mattinata trascorre in fretta e in modo molto piacevole e riusciamo a fare tutto ciò che era previsto dal programma: fare la piegatura e formatura delle stecche, quella delle brioche, fare lo staglio dei panetti della pizza e soprattutto mettere a lievitare le pagnotte di pane da cuocere nel forno a legna, ovviamente con doppia copertina di pile.

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Poco prima di metterci a tavola sforniamo la nostra triplice dose di stecche senza impasto.

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Abbiamo dunque anche pane tiepido (anzi direi bollente) da gustare assieme agli ottimi affettati offertoci da Casella dei Salumi della Garfagnana e alle tante bontà del pranzo collettivo, a cui ciascuno aveva contribuito portando qualcosa da casa… c’è davvero cibo per tutti i gusti, compreso un vero e proprio banchetto di dolci che ahimè non è stato fotografato.

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Dopo il pranzo e le chiacchiere di rito io mi metto a seguire il laboratorio cracker e grissini dei bimbi e Claudio comincia a preparare i forni a legna per le cotture del pomeriggio.

Nella stanza con la stufa accesa le lievitazioni procedono infatti senza intoppi e anche il piano di battaglia pomeridiano potrà essere rispettato.

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Cuociamo cracker e grissini nel fantastico forno a gas professionale che abbiamo a disposizione oltre ai due a legna e a seguire inforniamo le brioche, che vengono gonfie e morbidissime.

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E’ però nel forno a legna principale che si svolge poi il momento più bello dell’intera giornata, ovvero la cottura dell’impasto collettivo di pane, 11 belle pagnotte semintegrali realizzate con la farina macinata a pietra di un mulino della zona (l’antico mulino a Pietra di Piezza).

La cottura del pane nel forno a legna è per me un po’ un ritornare indietro nel tempo, a quando ero bambina e aspettavo che uscissero i pani cotti da mia nonna e tra questi quello piccolino fatto con l’avanzo finale, ovvero il cosiddetto ‘criscentino’ che era destinato a me e agli altri bambini e poteva essere mangiato quasi immediatamente mentre per gli altri bisognava aspettare minimo il giorno successivo.

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Apriamo lo sportello per verificare la crescita a metà cottura vediamo che l’esplosione delle pagnotte è davvero notevole e i tagli si sono ben aperti, grande Claudio che ha saputo scegliere il momento più adatto per infornare e preparato il forno al meglio!

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Non si spreca calore, e come ho sempre visto fare quando ero piccola, dopo aver sfornato il pane mettiamo dentro qualche preparazione dolce (pangoccioli e buccellato di Lucca).

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Ma ecco che nel secondo forno a legna siamo pronti per partire ad infornare le pizze della merenda.

Merenda? E’ una giornata intera che mangiamo e nessuno ha fame, ma poi, non si sa per quale miracolo, fetta dopo l’altra, vediamo finire in fretta anche  i 7 chili di pizza (ovviamente ricetta Manola) che avevamo impastato.

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E così termina questa splendida giornata all’insegna della condivisione, con persone che con entusiasmo si sono divertite impastando in compagnia e tanti barattoli di pasta madre che sono partiti alla volta di nuove case, dove saranno probabilmente accolti con curiosità, eccitazione, ma anche timore e quasi riverenza, perché inizialmente risulta difficile entrare in questa ottica da pm, con un qualcosa di vivo che va accudito, coccolato e rispettato secondo tempi estremamente dilatati che sembrano in contrasto coi ritmi serrati dell’oggi dove tutto scorre veloce.
A ben guardare però questo dono che passa di mano in mano riesce a diventare un’opportunità non solo per scoprire vecchi sapori e modalità, ma anche per riappropriarsi della lentezza perduta e sentirsi più protagonisti e meno burattini di una vita in cui sembriamo trottole.

Dopo una giornata del genere sono devastata ma anche arricchita dalle persone incontrate e dai momenti di piacevole interscambio con loro e considerando i sorrisi che mi circondano e i grazie ricevuti mi dico che l’arricchimento è di tutti.

Esperienze del genere con impasti collettivi di pane e spacci di lievito madre potranno di certo essere fatte un po’ in tutta Italia durante il PASTA MADRE DAY 2016 che si svolgerà il prossimo 15 MAGGIO e del quale noi Gruppo La Pasta Madre siamo per la prima volta i promotori. Controllate la mappa del sito ufficiale e verificate quale sarà l’evento più vicino a casa vostra.

Io ovviamente lo organizzerò di nuovo nel mio bel paesello, dove ci saranno un percorso gastronomico tra i forni a legna del centro storico e tante iniziative sportive per i bambini

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Commenti (2)

  • Ssra

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    Che bel racconto alessia!! Peccato non abitare vicino a te! Sia X poter partecipare a questi eventi, sia X la bellezza del posto!! In Veneto, verrai mai??

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  • Alessia la Boss

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    È difficile per me uscire dalle mie zone coi bimbi etc

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