L’arte della pazienza e i segni del cielo

Written by Alessia la Boss. Posted in colomba, Gruppo

La scorsa settimana mi è accaduta una cosa che mi ha fatto riflettere sull’importanza della pazienza quando siamo alle prese con la pasta madre e anche considerare quanto il suo essere un qualcosa di vivo la porti a risentire in modo diretto dell’ambiente e delle circostanze.

Che nella lievitazione naturale, soprattutto casalinga, non tutto possa essere controllabile, mi era già chiaro, ma stavolta sono dovuta andare oltre, ridimensionando la persona estremamente razionale che è in me e iniziando a credere che davvero ci sono cose che sfuggono ad ogni ragione e logica.

Giovedì sera avevo deciso di provare nuovamente la ricetta della Colomba del maestro Morandin.

Il lievito solido era fuori frigo da un paio di settimane, lo avevo sempre rinfrescato giornalmente e a mio parere era in perfetta forma, visto che ci avevo fatto anche altro e con ottimi risultati.

Inizio ad impastare verso le 21 e non ho alcuna difficoltà a raggiungere l’incordatura; per le 22 l’impasto è in cella, io finisco di fare le mie cose e mi metto a dormire.image

Mi sveglio un quarto alle sette e vado subito a verificare lo stato della lievitazione, visto che con i panettoni, alle volte, avevo avuto la sorpresa di un primo impasto triplicato ben prima delle canoniche 12 ore.

Prima di aprire la cella noto che il display del termometro a sonda segna una temperatura di circa 25 gradi, evidentemente, la sera prima, avevo regolato male il termostato. Mi immagino quindi che, a causa dei due/tre gradi mancanti rispetto alla temperatura di lievitazione ideale, l’impasto sia ancora un po’ indietro. Quando però apro lo sportello rimango di stucco, poiché l’impasto non si è proprio mosso rispetto al livello della sera precedente.

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Imposto la temperatura a 28 gradi e mentre sto lì a interrogarmi sul perché e sul percome di questa cosa, squilla il telefono.

La telefonata porta una brutta notizia, una notizia comunque non inaspettata visto che la situazione era gravissima da settimane: è appena mancato mio nonno.

Mi dimentico delle colombe, porto a scuola i bimbi e mi occupo di quello di cui c’è da occuparsi quando ti lascia un tuo caro.

Rientro a casa alle 15 e mentre cerco di recuperare un po’ di spensieratezza ed energia visto che ho passato una mezza giornata piuttosto difficile, mi rammento dell’impasto delle colombe. Me lo immagino acido e stralievitato, ma quando vado ad aprire la cella per controllare, lo trovo ancora totalmente immobile, nonostante sia lì dalle 22 della sera precedente e dalle 7 del mattino ad una temperatura costante di 28 gradi.

Vabbe’, poco male, è solo un impasto, oggi si sono verificate cose ben più importanti e in fin dei conti, se stamattina lo avessi trovato perfettamente lievitato, avrei dovuto lasciarlo lì per pensare ad altro.

Ma adesso il problema è: cosa ne faccio? Lo trasformo in torta?

Apro il coperchio della ciotola e lo tocco. E’ ancora perfetto e non mostra segnali di cedimento. Ne alzo un lembo e mi stupisco di quanto sia ancora ben teso. Pare appena uscito dall’impastatrice!!! L’odore è ok e anche il sapore.

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Mi pare di sprecarlo aggiungendoci lievito chimico per trasformarlo in un ricco plumcake e allora lo ribalto sull’asse e decido di dargli un paio di pieghe e rimetterlo a lievitare. Lo trasferisco però in un contenitore diverso rispetto a quello basso e largo utilizzato il giorno precedente, perché ho l’impressione che lì l’impasto tendesse a disperdersi.

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Lo riguardo la prima volta dopo un’oretta e, incredibile ma vero, noto che ha timidamente iniziato a crescere.

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E’ a quel punto che come per un’illuminazione improvvisa, mi dico che posso anche smettere di fare congetture e supposizioni in merito, non è il lievito a non essere in salute, non sono state le temperature ad essere tanto determinanti nello stop (perché se anche nelle ore iniziali erano più basse, poi sono state regolari), ma l’impasto HA SEMPLICEMENTE DECISO DI ASPETTARMI, perché qualcuno, da Lassù, un qualcuno che apprezzava un sacco ciò che sfornavo, aveva stabilito così.

Per quel qualcuno ho ancora impegni quel giorno, ma quando alle 22 sono di nuovo a casa, scopro che le mie colombe sono perfettamente triplicate!!!

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Così, a 24 ore esatte dal primo, parto con il secondo impasto.

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Per la mezzanotte ho fatto tutti i passaggi previsti dalla ricetta e ho nei pirottini due colombe da chilo, due da mezzo, due cuoricini da 150 e due muffin di avanzo… erano infatti tre chili abbondanti di impasto!

Per non rischiare di alzarmi a metà notte per cuocere,  lascio la temperatura in cella sui 25 gradi (stavolta volutamente). Alle 5 mi alzo comunque a controllare e vedo che la lievitazione è ben avviata ma non ancora in dirittura di arrivo, aumento quindi di 3 gradi la temperatura e torno a dormire.

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Prima delle 8 mi alzo e accendo il forno… sono quasi tutte pronte da cuocere!

Per giostrarmi con le cotture (sono costretta a farne ben 4!) utilizzo il frigo. Vengono tutte benissimo e per le 11 e un quarto posso mettermi seduta a contemplare queste colombe del miracolo che hanno rischiato di diventare plumcake, prima che capissi che semplicemente dovevo pazientare e dar retta al segno del Cielo, da dove ‘qualcuno’ aveva preferito bloccarne la lievitazione, in modo da agevolarmi con le cose da fare.

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Lo so che di spiegazioni ce ne potrebbero essere tante altre e che la mia è una lettura romantica che ha risentito un sacco della tempesta emozionale che mi ha travolto negli ultimi giorni, però mi ha aiutata a far pace con  quanto accaduto e mi ha strappato un sorriso, lo stesso sorriso che avevo domenica quando, alla fine del pranzo di famiglia in cui ci siamo scambiati tanti bei ricordi di vita vissuta con lui come protagonista, ho aperto una delle colombe da chilo dedicandogliela.

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Ciao nonno Marietto, spero ti piaccia e che ‘voli’ fin Lassù! ❤️

 

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Commenti (9)

  • Era Dif

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    Il tuo racconto mi ha emozionato, qualsiasi sia la causa per il quale la lievitazione ha tardato, voglio credere a alla versione che hai raccontato tu cara Boss dal cuore immenso.
    Le colombe sono a dir poco stupende.

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  • Cristiana

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    Così però non vale! Mi hai fatto piangere e pure tanto.
    Io porto avanti l’amore per le lievitazioni di mio padre. E ogni volta che un profumo dei suoi esce dal mio forno e invade la casa lui é con me. Se fosse qua penso che sarebbe molto contento dell’uso che faccio delle sue ricette così precise che ho dovuto comprate una bilancia tipo quelle degli spacciatori. Un abbraccio!

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  • maria

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    sono alle prime armi con il lievito madre non ti conosco ma mi hai fatto venire i brividi

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  • Alessia la Boss

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    Grazie

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  • Francesca Bertoni

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    Ma che bella e tenera storia!Oo ci credo che in qualche modo i nostri cari si facciano sentire. …….E complimenti per le colombe…..profumeranno di cielo!!!

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  • Paola Grana

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    Cara Alessia chi ha un Angelo speciale non fatica a credere quanto racconti!Grazie mille per la tua condivisione,ricca di contenuti e di significato.Un abbraccio e complimenti per tutto ciò che riesci a fare!!!!!

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