Ho cominciato con la pasta madre perché non ne potevo più del cibo americano. Qualsiasi cosa si comperi qui sembra di plastica, anche le cose chiamate “organic”. In più stavo studiando, e passavo le mie giornate in casa, ore e ore a leggere e prendere appunti, lunghe sedute al computer ad elaborare dati, con risultati poco confortanti, sfiancanti pomeriggi passati a spremersi le meningi per produrre un paragrafo, mezza pagina. Avevo bisogno di qualche cosa di materiale, appagante, buono… e ho trovato la pasta madre! Non so come, perchè negli Stati Uniti non se ne sente parlare quanto in Italia, ma mi sono subito appassionata. Impastare mi rilassa e distoglie la mente dalle preoccupazioni, produrre qualche cosa di buono in tempi ragionevoli, ma senza fretta, mi tranquillizza e mi gratifica. Non provo cose difficili, non ne ho il tempo, sperimento un po’ ma non troppo e sono contenta così.
Avrei forse smesso dopo pochi mesi quando ho finito il dottorato, ma ho trovato il gruppo. Non so esprimere quanto mi meravigli ogni giorno a vedere tutte le cose buone che tutti i membri del gruppo sono capaci di produrre, l’ingenuità dei neofiti e la sapienza e generosità degli esperti; la ricchezza di esperienza, tradizione ed innovazione che c’è nel Lievitario.
Per me è uno stimolo continuo, una fonte di ispirazione e di saggezza, di creatività e di voglia di fare.
Elena Maggioni