Licolino e Licoletto

Written by Alessia la Boss. Posted in eventi, Gruppo, LiCoLi, spaccio

C’era una volta una frizzantissima pasta madre liquida di nome Tecla che aveva due figli, Licolino e Licoletto.

Il primo era una gran forchetta, mangiava un sacco e di gran gusto, il secondo, invece, faceva storie ogni volta che era il momento di mangiare.

Un mattino la madre li svegliò di buonora poiché avevano un appuntamento importante: all’asilo nido Cipì c’erano tanti bambini che li aspettavano trepidanti.

La mamma aveva chiesto loro di non fare i musoni e si era raccomandata di comportarsi educatamente e di aiutare i bimbi a sfornare tante cose buone.

Licoletto si presentò con un gran sorriso, era profumatissimo e pieno di bolle e a chiunque si avvicinasse ripeteva a gran voce: ‘Dai, impasta con me!!!’

Licolino aveva invece un gran broncio, puzzava di acido e quando i bimbi gli si avvicinavano piagnucolava: ‘Ho fameeeee!’: la sera prima aveva infatti digiunato totalmente, a differenza del fratello, che aveva divorato in un baleno tripla dose di acqua e farina.

I bimbi furono però comprensivi e molto amorevoli e cercarono di rendergli forze ed energie con un bel po’ di cibo; lo misero poi a riposo in frigo e iniziarono a divertirsi con Licoletto.

Licoletto dette il meglio di sé e si offrì di impastare cracker e grissini coi nuovi amici.

Che gusto sporcarsi le mani e manipolare questa pasta morbida, che bello assaggiarla già da cruda e infine metterla in forma e portarla a cuocere in forno!!!

Ma la soddisfazione maggiore fu quella di mangiare poi tutti assieme una merenda genuina creata con le proprie mani.

Nonostante la gran sfacchinata Licoletto aveva ancora energie, quindi propose ai bimbi di concludere la mattinata facendo un impasto per pizzette che sarebbe stato rilavorato l’indomani.

La sua idea fu accolta con entusiasmo: tante piccole mani si misero dunque ad aggiungere al lievito acqua, farina, sale ed olio, e crearono un impasto dapprima granuloso, poi liscio e sodo come il culetto di un bambino.

A quel punto esso fu messo in una ciotola coperta da pellicola e portato in frigo a far compagnia a Licolino.

L’indomani erano entrambi ben cresciuti.

Licolino in modo particolare aveva finalmente messo via il broncio ed era adesso dotato di un gran sorriso; non sentiva più i morsi della fame e aveva la pancia ancora piena.

In segno di riconoscenza per quei bimbi che con gran premura lo avevano nutrito, egli si divise in tanti piccoli barattolini che ciascun bambino portò nella propria cassettina, assieme alle istruzioni per continuare ad aver cura di lui.

L’impasto della pizza fu invece nuovamente maneggiato e massaggiato (anche un po’ litigato tra i bimbi ^_^) ed infine diviso, appallottolato, steso e farcito: pomodoro, olio, sale e mozzarella, una sosta in teglia per gonfiarsi ancora un po’ e poi via in forno per la cottura.

Quel giorno i bimbi del Cipì se ne andarono a casa contenti: essi stringevano tra le mani il barattolino di Licolino e la pizzetta di Licoletto e avevano nel cuore la gioia di aver creato tante bontà, con una magica miscela di acqua e farina che mangia e cresce come ogni altra creatura vivente.

P.S. Un sentito grazie alle tate del nido Cipì di Gallicano (Lucca), non solo per le due splendide mattinate di impasti, ma anche e soprattutto per tutto ciò che mi hanno regalato negli anni in cui i miei tre bimbi sono stati loro felici e coccolatissimi ospiti.

Trackback dal tuo sito.

Lascia un commento