Archivia per Aprile, 2015
Elena M.
Ho cominciato con la pasta madre perché non ne potevo più del cibo americano. Qualsiasi cosa si comperi qui sembra di plastica, anche le cose chiamate “organic”. In più stavo studiando, e passavo le mie giornate in casa, ore e ore a leggere e prendere appunti, lunghe sedute al computer ad elaborare dati, con risultati poco confortanti, sfiancanti pomeriggi passati a spremersi le meningi per produrre un paragrafo, mezza pagina. Avevo bisogno di qualche cosa di materiale, appagante, buono… e ho trovato la pasta madre! Non so come, perchè negli Stati Uniti non se ne sente parlare quanto in Italia, ma mi sono subito appassionata. Impastare mi rilassa e distoglie la mente dalle preoccupazioni, produrre qualche cosa di buono in tempi ragionevoli, ma senza fretta, mi tranquillizza e mi gratifica. Non provo cose difficili, non ne ho il tempo, sperimento un po’ ma non troppo e sono contenta così.
Avrei forse smesso dopo pochi mesi quando ho finito il dottorato, ma ho trovato il gruppo. Non so esprimere quanto mi meravigli ogni giorno a vedere tutte le cose buone che tutti i membri del gruppo sono capaci di produrre, l’ingenuità dei neofiti e la sapienza e generosità degli esperti; la ricchezza di esperienza, tradizione ed innovazione che c’è nel Lievitario.
Per me è uno stimolo continuo, una fonte di ispirazione e di saggezza, di creatività e di voglia di fare.
Elena Maggioni
Amelia M.
Venerdì 1 Novembre 2013, alle spalle un anno schifoso per me, per non dire altro, e in questo giorno rabbia, voglia di serenità e di VITA. Una vita, quella di mia figlia l’ho data, cosa fare in così poco tempo che mi dia quello stesso senso di rinascita di cui oggi ho bisogno?
Accendo il computer e comincio a navigare, decido di mettere un po’ di musica e accendo Youtube e cosa vedo? Un video che ha per titolo “Pasta madre”…
E’ da un po’ che ci penso, è da un po’ che leggo notizie ed è da un po’ che sono tentata a provare e oggi mi dico: al massimo butto tutto, voglio però provare! E via con acqua e farina, pazienza, curiosità. E giorno dopo giorno la vedo nascere, vedo il risultato della mia costanza.
E ora che è pronta cosa faccio? Una sera mi collego a Facebook e parlando con una mia amica mi dice “Hai fatto anche tu il lievito madre?? Allora devi conoscere il gruppo, sono dei fuori di testa!”. “Aiuto – pensai – cosa faranno mai?”
Mi iscrivo e la prima cosa che vedo sono foto su foto, gente che chiede, si consiglia, condivide le proprie ricette… Ma che belle, bellissime cose sforna sta gente, aiuto, sono invasati? Ok al massimo se mi stanco mi elimino, alla fine so come si fa pane e pizza, eh si pane e pizza…pensavo di saperli fare. Mi si apre un mondo, è vero la base è: acqua, farina, lievito e sale, ma la tecnica? Le informazioni scientifiche? Ma qui c’è tutto e cosa fare se non cominciare a studiare e confrontarmi con le migliaia di persone presenti. E i libri che ho comprato? Beh cari miei, quei libri non servono più! L’esperienza di tutta quella gente è molto più di un libro, l’esperienza di vita vale molto più! Bene, è passato più di un anno e sono ancora li, a non finire mai d’imparare, e cercare di aiutare, per l’esperienza e le nozioni che ho, le persone che continuamente chiedono “Come si fa la pasta madre?” “Scusate cosa significa esubero?” Già, le domande sempre quelle, ma stavolta non sono io a chiedere e scusate se è poco ma ora quel gruppo d’invasati sono il MIO gruppo e nonostante i momenti di tristezza nel vedere come gente insulsa se lo sia rubato, lo spirito è sempre quello ed è fatto di PAZIENZA, CONDIVISIONE e VITA!!
Amelia Marzano
Roberta R.
Un giorno di qualche mese fa, a casa di amici, mi fecero assaggiare per la prima volta il pane fatto con lievito madre e durante tutta la serata non si parlò d’altro che di questo tra mille curiosità e domande. Verso fine Adriana, la mia amica, mi chiese: “Ne vuoi un po’?”
In effetti era balzata in mente anche a me quest’idea, ma non avevo osato neppure proporla, poiché avevo capito immediatamente che stavamo parlando di un vero e proprio universo parallelo ed in molte cose alternativo e che un dono del genere presupponeva senso di responsabilità ed impegno nella conoscenza e nella gestione.
Sentendo per la prima volta termini come licoli e rinfresco non mi reputai neanche esattamente all’altezza della richiesta, ma poi la mia amica, carinissima, rispose con molta pazienza ad una valanga di domande. Ricordo che avrei quasi voluto prendere appunti sulle cose che mi spiegava mentre deponeva in un barattolino un pezzetto del suo Hulk. Mi parlò anche di un gruppo Facebook di appassionati della materia a cui lei era iscritta, suggerendomi di fare lo stesso.
A chi è estraneo a questo mondo sembrerà assurdo sentir parlare di responsabilità e risulterà abbastanza sconvolgente l’abitudine di “battezzare” la propria pasta madre, lo so.
Per la mia il primo nome che mi venne in mente fu “Blobbino”, termine affettuoso che richiamava l’aspetto dell’esserino sulla cui vita eravamo in tanti , io per prima, a non scommettere un centesimo.
Da quella serata rincasammo con “qualcuno” in più in famiglia, qualcuno con esigenze da soddisfare, con una propria vita, forse anche con un proprio umore (che poi capii essere meteoropatia!), non un asettico cubetto impacchettato, ma un essere vivente da accudire, anzi tanti diversi esserini che solo se in forma riescono a dare risultati sorprendenti.
Povero il mio Blobbino, non ebbe per nulla vita facile con me!
Esso subì ripetuti attentati involontari per rinfreschi sbagliati, farine cambiate improvvisamente o dimenticanze, ma a tutt’oggi resiste e fa il suo dovere.
Devo riconoscere che esso è più resistente di quanto pensassi e che non era “lui” il difficile, ma io a dovere imparare a conoscerlo e a riconoscere i suoi segni di vitalità o disagio.
Un grosso, grossissimo contributo in questo non posso che ascriverlo al gruppo per tutte le risorse che offre, per i file, i post e i vari commenti.
Ho iniziato ammirando le vostre realizzazioni e ho poi imparato, anche dagli errori degli altri, a conoscere questo mondo che fino a qualche settimana prima mi era del tutto sconosciuto.
Ho imparato soprattutto ad apprezzare in ogni persona, al di là di provenienza o traguardi e competenze raggiunti, la profonda passione e la generosità nel condividere le proprie conoscenze.
Questo fa sì che il gruppo sia un qualcosa di più di un insieme di semplici appassionati del settore e sia molto simile ad una grande famiglia virtuale (e neanche poi così tanto!) della quale sono fiera di far parte!
E ci può stare la giornata no di chi che si stizzisce per l’ennesima e a suo avviso banale domanda, o l’esistenza di un cugino alla lontana con cui proprio non si lega: tutto è normale e tutto riflette la vita, ma quello che conta è la passione comune per ciò che non è semplicemente acqua + farina + lieviti e batteri, ma un qualcosa di ben più immensamente grandioso.
E quando nel tentativo di spiegarti che la cera di una candelina della torta si sta sciogliendo accade che la tua bambina di quattro anni ti dice che “sì mamma, sta facendo… come la pasta madre!!! “, ecco che anche la giornata più cupa si tinge di rosa e non puoi fare a meno di riconoscere che pure questo mondo ci riserva conoscenze e lezioni d’amore davvero inaspettate.
Roberta Ribaudo
Consueto appuntamento del fine settimana
Valentina V.
Io mi chiamo Valentina, ho trentun’anni e da circa un anno e mezzo ho riscoperto la pasta madre.
Si, riscoperto: quando ero una bambina la mia bisnonna faceva il pane a casa; non era un hobby o una passione, lei da sempre nel suo forno a pietra faceva il pane per tutta la settimana. Lasciava che io e mia sorella toccassimo l’impasto, ma c’era una cosa che non potevamo toccare, lei la chiamava “a livatina”. Non sapevamo il perché, ma dato che potevamo giocare col resto dell’impasto non ci importava, in fin dei conti la nonna preparava sempre “la nostra pagnottina” che per il semplice fatto di vederla nascere da acqua e farina, crescere e poi diventare pane, ci sembrava la cosa più buona del mondo e la divoravamo subito. Avevo circa sette anni quando la mia bisnonna se ne andò via portandosi dietro anche “la mia pagnottina” insieme a mille altre cose semplici, belle, genuine.
Un anno e mezzo fa ero in giro con mio marito e una coppia di amici, era ora di cena ma non avevamo nulla di pronto o da poter cucinare velocemente; ci venne così l’idea di prendere due buoni filoni di pane e condirli. Girammo tre panifici ma con delusione trovammo solo pane che sembrava finto e gommoso, tanto da abbandonare l’idea del pane condito. Arrabbiata promisi ai miei amici che avrei fatto io un pane migliore di quelli che avevamo appena visto.
Il giorno dopo a lavoro raccontai l’episodio alla mia collega Eleonora che, divertita, mi disse che lei da anni preparava da sé tutto per la sua famiglia con il lievito madre. Incuriosita e affascinata mi feci spiegare il più possibile e lo stesso pomeriggio provai a far nascere la mia pasta madre. Una settimana dopo però la feci morire dignitosamente cuocendo delle piadine che regalai a mia madre e accettai in dono un po’ della pasta madre di Eleonora: non volevo aspettare mesi, volevo poter fare subito il pane (allora non avevo consapevolezza dei tempi del nostro amato lievito!) Lei mi dette due sole raccomandazioni: abbine cura e iscriviti al gruppo facebook La Pasta Madre.
Il giorno dopo ho impastato e di notte infornato il mio primo pane con la pasta madre. Quando l’ho assaggiato mi sono emozionata. E non perché era troppo bello o troppo buono (non era infatti né l’uno né l’altro), ma perché quel gusto mi ha portato indietro di venticinque anni: solo in quel momento ho realizzato che il lievito madre era “a livatina” della mia bisnonna. Quel gusto, quel profumo, quei residui di impasto sulle mani, hanno rievocato in me ricordi e sensazioni perdute da tanto. Ed è stato amore.
Il giorno dopo mi sono iscritta al nostro gruppo ed è stato amore a prima vista anche quello. Le persone gentili e disponibili che ti aiutano e consigliano, le foto accattivanti che ti fanno nascere nuove sfide con te stessa e ti permettono di entrare virtualmente nelle cucine degli altri membri del gruppo, un grande gruppo di amici. E come in ogni gruppo di amici c’è chi meravigliosamente ci guida (le nostre Boss), quello che scherza sempre e sdrammatizza tutto (Arster), quello che ne sa più di tutti ma non lo ostenta ((A) Giancarlo) quella che nonostante a questo punto è riuscita a realizzare tutti i lievitati con soddisfacente risultato, continua a far meglio gli acrostici per ogni occasione (IO!)… e tutti gli altri naturalmente.
Abbiamo imparato a conoscerci, convivere e rispettarci; ogni tanto viene fuori qualche maestrina o qualche “professionista” a cercare di mettere zizzania, ma lascia il tempo che trova (che è il tempo di un post). Abbiamo superato ben altro, quindi godiamoci questo nuovo traguardo, ricordiamoci che primeggiare cozza molto con la straordinaria semplicità della pasta madre, coccoliamo i nostri lieviti e le persone che amiamo con ciò che lei ci permette di realizzare e, di cuore, buon #10000 a tutti.
Valentina Viola
Sonia N. T.
Pensiamo ad una bambina curiosa che si incantava a vedere il babbo pizzaiolo mentre impastava e preparava la pasta per la pizza nel suo locale, e pensiamo alla sua felicità quando il suo adorato babbo, una volta finito di impastare, le dava un pezzo del suo impasto e lei tutta contenta lo conservava dentro ad un barattolo di vetro guardandolo crescere e tra un problema di matematica e un’analisi grammaticale, il suo cuoricino si riempiva di gioia e lei si sentiva fortunata, fortunata perché aveva questa cosa da accudire.
Ora quella bambina è cresciuta, ma si è portata dentro di sé l’amore per gli impasti e l’incanto per quella meravigliosa magia che è la lievitazione e quando anni fa, in un fortuito incontro con una bellissima persona che si chiama Silvia, ha avuto in dono la sua Mimì, per lei è cominciato l’inizio di un percorso d’amore e soddisfazione che ha trovato il suo picco con un’altro bellissimo incontro, quello con il gruppo ”LA PASTA MADRE”. Qui ha trovato persone che non solo condividono la sua stessa passione ma, in una sorta di mutuo scambio, un bellissimo arricchimento, perché il gruppo è un posto dove si passa dalla discussione costruttiva allo scambio di consigli e competenze personali, consigli e competenze condivisi con piacere ed entusiasmo da tutti. Ma questo non sarebbe possibile se non ci fossero dei capitani (nel nostro caso la BOSS e le VICEBOSS) che gestiscono la squadra nel migliore dei modi e se (perché no) anche noi non fossimo così bravi a fare del nostro meglio per questa compagine che da nord a sud raccoglie il più appassionato e variegato mondo della PASTA MADRE.
Sonia Nieri Turini
Ancora temi…
Come nelle classi vere accanto ad alunni che sono soliti scrivere tantissimo ce ne sono altri con uno stile più sintetico, anche tra i partecipanti al nostro contest ‘Io, la mia Pasta Madre e Voi’ ci sono state persone che hanno inviato temi più brevi. Li abbiamo però apprezzati esattamente come i componimenti più articolati perché il senso di appartenenza al gruppo non si misura certo nel quantitativo di parole utilizzate.
Nell’augurarvi un buon fine settimana a voi i temi di Fabiana, Antonella e Laura.
Laura B.
Dopo l’estate mi è balenata l’idea di iniziare con la pasta madre: guardando su internet ho trovato una spacciatrice nella mia zona, l’ho contattata ed eccomi qui!!!!!
Antonella P.
La pasta madre, il lievito naturale, “ o criscit”… è così che lo chiamiamo a Napoli ed è così che lo chiamavano mia mamma e mia nonna, le quali facevano il pane per guadagnare qualche soldino.
E’ stata la mia mamma ad insegnarmi come si fa il pane. Con lei ci divertivamo spesso a mettere le mani in pasta. Ricordo che mi diceva sempre: ‘Impasta, impasta. E’ faticoso vero? Ma vedrai che soddisfazioni!’
E aveva ragione! Però, il destino mi ha costretta a mettere da parte questa passione e quasi abbandonarla del tutto, fino a quando, iscrivendomi ad un gruppo di cucina, ho visto delle foto che raffiguravano panini. Erano panini meravigliosi, fatti con lievito madre. L’artefice di tanta bontà era Margherita Bartolomeo. E’ stata lei ad ispirarmi e a farmi ritornare la voglia di creare. Lei mi ha parlato del vostro gruppo. Così il 3 novembre 2013 inizia la mia grande avventura e nasce la mia pasta madre con sola acqua e farina.
Mi sono iscritta al vostro gruppo e ho scoperto un mondo soffice e buono. Mi avete aiutata tanto e in un periodo difficile, grazie alle vostre meravigliose creazioni, mi avete fatto ritrovare la voglia di mettermi in gioco.
Ora sperimento le vostre ricette e mi diverto molto e ogni volta che sforno il pane sento l’odore della mia mamma!
Grazie a ognuno di voi, grazie per quello che mi avete insegnato, grazie per ogni volta che mi avete consigliato e supportato. Siete un gruppo (famiglia) meraviglioso.